Storico
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Il Guardiano (2015)
di Harold Pinter
Con: Andrea Masoni, Diego Marchi, Massimo Sallei.
Accompagnamento e musiche originali di: Massimiliano Mastandrea
Regia: Silvia Rabiti e Diletta Magherini
Descrizione:
Una stanza con oggetti «inutili, inutilizzati, inutilizzabili»: è l'ambientazione de «Il Guardiano» di Harold Pinter, Premio Nobel 2005.
Mick (Andrea Masoni) e Aston (Diego Marchi) sono fratelli. Una notte Aston torna a casa con Davies (Massimo Sallei), un vecchio barbone che ha sottratto da una rissa al bar, a cui offre ospitalità, cibo e vestiario. Davies cerca di approfittare dei contrasti tra i fratelli per restare nella stanza, di cui Aston gli ha proposto di diventare il guardiano. La situazione diventa sempre più tesa, finché il barbone viene allontanato dalla casa.
Elemento centrale è l'incomunicabilità: personaggi affetti da «disturbi della parola»: Aston è introverso e taciturno, Mick aggressivo e logorroico, Davies ambiguo e scaltro. Un confronto diretto tra i due fratelli non è pensabile e non avviene.
Una storia senza evoluzione, una storia in un luogo “oltre” e un tempo “mai”, fra il comico e l’assurdo.
Il passaggio di Davies, che si trasforma da potenziale mediatore in sobillatore di incomprensioni e dei rancori, rimane apparentemente una parentesi senza esito. Davies viene raccattato dalla strada come un oggetto rotto da aggiustare e sistemare tra gli altri: ma un uomo non è un meccanismo da riassestare, il tentativo di Aston non può che fallire.
Un duplice fallimento, per chi cerca in Davies un surrogato della figura paterna: il titolo del testo si carica di simbolismo, ne traspare velatamente un appello, una richiesta di aiuto a sostegno della propria fragilità.
Devastante per la sua cruda veridicità l’unico spaccato evidentemente drammatico, il ricordo in cui Aston rievoca un passato al manicomio e l'elettroshock a cui è stato sottoposto. Una denuncia dove sotto accusa è il nucleo familiare, una madre che tradisce il figlio autorizzando la crudele terapia.
Musiche originali e accompagnamento dal vivo:
Ad accompagnare ogni singolo passaggio di questo testo di dialoghi assurdi, a tratti surreali, ma così densi di significati, le preziose musiche originali suonate dal vivo dal maestro Massimiliano Mastandrea.
Una colonna sonora che scandisce in modo autentico e accurato ogni singolo passaggio, producendo oltre melodie ad hoc anche i suoni di questo mondo così al limite, così border line.
IO (2017)
di Diego Marchi
Scritto e diretto da DIEGO MARCHI
Interpretato da Manuela Minneci, Diego Marchi
Music & Sound Designer: Massimiliano Mastandrea
Luci: Massimo Sallei
Scenografie: Andrea Masoni
Actor coach: Silvia Rabiti
Descrizione:
Quattro pareti bianche, senza porte e finestre. Una corda, molto lunga, lasciata a terra.
Ad una estremità, un cappio da impiccagione.
Due esseri umani, in una stanza bianca senza porte o finestre.
Chi sono? Da dove vengono? Perché sono li?
Domande senza risposta, come quelle che l’uomo si porta dietro dal primo momento che ha aperto gli occhi su questa terra.
Ma senza risposte l’uomo occidentale non può stare: a cosa si appiglia? Alla religione, alla famiglia, alle convenzioni?
Si arrovella nel tentativo di spiegare quello che non può essere spiegato.
Quello che non si conosce spaventa, crea paura.
Nello stretto delle tre pareti bianche i due esseri umani si battono, si amano, si uccidono e si curano; insomma vivono.
Il pubblico, testimone di questa vicenda, osserva quello che accade ai due, come un Dio superiore che osserva gli esseri umani sulla terra. È solo un testimone oculare? O in realtà anch’egli in fondo è partecipe in qualche modo a ciò che avviene in scena?
Un non testo, immagini crude, forti, immagini da osservare e assorbire.
Una performance che non rivela niente e niente spiega, perché niente è oggettivamente spiegabile .
Tutto è fuori dal normale, si entra in un’altra dimensione, non più quella della vita quotidiana, una dimensione che è oltre ciascuno.
….la dimensione di chi osserva, distante e distaccato, gli eventi in corso...
... forse la dimensione di Dio…
Questo è IO ...