L'Acqua Cheta
di Augusto Novelli
Regia: Silvia Rabiti e Giammarco D'Amato
Cast:
17 SETTEMBRE
TRAMA
La classica commedia fiorentina in una versione brillante arricchita di audacia musicale con la colonna sonora di Frank Sinatra.
La più celebre delle commedie di Augusto Novelli, nella versione frizzante ed originale della regista Silvia Rabiti, con uno stile che richiama il mondo di celluloide e una colonna sonora affidata alle note di Frank Sinatra.
La scenografia richiama il negativo di una pellicola fotografica. Su sfondo nero si stagliano i mobili in legno crudo, chiarissimi, l’inizio dello spettacolo è segnato da un rewind dove gli attori “riavvolgono” le azioni per riportare la storia all’inizio e riproiettarla di fronte al pubblico.
E’ la storia di una tipica famiglia fiorentina: un amore dichiarato, un amore nascosto, fiducia mal riposta e piccoli sotterfugi. Spesso le cose non sono davvero come sembrano e le “acque chete” possono far crollare i ponti! Storie di una vita normale ed eccezionale al tempo stesso, una vita dove i cuori battono, a volte anche a passo di danza...
Le “novità” immaginate dalla regista Silvia Rabiti che arricchiscono lo spettacolo:
“Il richiamo al mondo di celluloide:
•La scenografia come un negativo d’epoca: Appena entrati in casa di Anna e Anita (perché di questo si tratta, in quanto come sempre nelle scenografie dello Scantinato si “entra” e non si “assiste”) a ben vedere si percepisce di essere come in un negativo di una pellicola fotografica. Le pareti che in una casa sono bianche qui sono nere, i mobili in legno che in casa sono scuri qui sono ricostruiti di legno crudo, chiarissimi. Volutamente lasciati “nudi e crudi” a significare nuda schiettezza senza il velo dell’artificio.
•Il rewind come una pellicola che si riavvolge: la scenografia non è il solo richiamo al mondo di celluloide, l’inizio dello spettacolo è segnato da un divertente rewind. Gli attori “riavvolgeranno” le azioni per riportare la storia all’inizio e riproiettarla di fronte al pubblico.
•L’arresto della proiezione: Ad ogni ingresso di personaggio, per presentarlo al pubblico uno stop ovvero un fermo immagine con tanto di rallentamento sonoro (come ai vecchi giradischi quando andava via la corrente) qui tanto la musica quanto le parole dell’attore rallenteranno andando a trovare i toni bassi e deformati fino a fermarsi.
L’audacia più divertente e incredibile di questa lavorazione sta nel fatto che alcuni momenti di maggior intensità sono stati resi facendo muovere, in delle coreografie, attori e attrici a cui la danza era completamente sconosciuta. E ciò non per gusto della sfida (dal sapore di dilettanti allo sbaraglio), ma perché l’attore è stato portato a esprimere il sentimento del proprio personaggio “a crudo”. Come a crudo sono i mobili della scenografia. Autentico, non mediato. L’emozione uscirà da tutti i canali che l’attore ha a disposizione e se quel canale non è ancora pronto o addestrato? Meglio! Ancora più autentica l’emozione, più vero l’imbarazzo, più audace l’osare una dichiarazione d’amore, più tentennante l’incertezza”